(articolo redatto da Alessandra De Fazio e Francesco Sicilia)
«Ho materiale sufficiente, ho scattato molte foto»
«Foto? Dovevi scrivere una storia!»
«LO so, una storia di cose che si vedono…con le foto»
« Hai girato 4 settimane… per scattare foto. Dovevi scrivere…le foto le rimediavo io! Dovevi scrivere del paesaggio americano. Ho ricevuto 3 telex. Cosa rispondo?»
« Che non ho finito. Viaggiando per l’America… le immagini che vedi…ho fatto tante foto, è la storia, dovresti capire che…»
«Capisco solo che non hai rispettato il contratto!»Alice nella città – Wim Wenders
Un’educazione al racconto
Vecchie e nuove generazioni sono oggi immerse in un mondo in cui, soprattutto grazie ai social media, la comunicazione sempre più ampia con un gran numero di persone, incoraggia continuamente a raccontare sé stessi, a narrarsi e narrare il mondo attorno a sé. Lo storytelling esprime l’istinto tutto umano di raccontare, ed è un’esigenza più che mai attuale nel mondo digitale quanto in quello reale.
Per questo motivo il progetto Linea d’Ombra – Media Education Factory 4.0 è entrato nelle aule del Liceo classico Torquato Tasso di Salerno con un corso sul Placetelling.
Il progetto nel suo complesso si propone di sostenere iniziative in grado di sviluppare e accrescere conoscenze critiche e un uso consapevole dei media, nonché competenze nel settore cinematografico e audiovisivo riferite alle frontiere del videogioco, della realtà virtuale e della comunicazione.
L’idea di cominciare la fase di formazione (Academy) del progetto con il percorso didattico “Placetelling: il nostro luogo quotidiano” è sembrata la più naturale per introdurre i ragazzi all’arte del racconto, unendo l’attenzione alla comunicazione crossmediale con la conoscenza profonda del territorio e dell’ambiente in cui l’azione viene svolta.
Uno spazio per le storie

«Il racconto del luogo è uno strumento narrativo, un modello narrativo prezioso che può essere adoperato in modo versatile per la narrazione con cui i ragazzi hanno a che fare quotidianamente e che si trovano a confezionare da utenti e da produttori amatoriali tutti i giorni»
Anna Chiara Sabatino, Docente a contratto di Storytelling Audiovisivo presso Università degli Studi di Salerno
Il Placetelling può essere letto come una declinazione specifica dello Storytelling: se quest’ultimo trasforma la narrazione in un’azione sociale che rappresenta il narratore o un individuo specifico al centro della storia, il Placetelling si concentra sulla narrazione di un luogo: consiste nell’individuazione di un senso nello spazio della storia, documentandone le caratteristiche fisiche o simboliche, al fine di conferire allo spazio stesso il ruolo di protagonista. Come tale, il Placetelling si pone come punto di incontro di molteplici settori.
Guidati dalla docente Anna Chiara Sabatino, gli studenti hanno compreso le potenzialità di questa tecnica narrativa, focalizzandosi sugli spazi quotidiani, sui luoghi di passaggio della città vissuta, piena di segni lasciati dalle nostre storie, di cui è facile non accorgersi. Recuperare il loro senso mediante un percorso formativo dedicato alle immagini è stato al centro delle attività proposte agli studenti. In questo modo, è stato possibile riflettere sul significato e sull’esperienza del luogo come spazio non solo geografico, ma anche simbolico.
Costruire una storia: imparare a raccontare
Gli studenti hanno potuto apprendere e mettere in pratica la costruzione di un efficace processo di Placetelling. Nel corso degli incontri, strutturati secondo un modello di didattica partecipata, i discenti sono stati coinvolti, sin dal primo momento, nelle diverse fasi della scrittura e della realizzazione di un prodotto audiovisivo.
Le prime lezioni hanno introdotto gli studenti ai temi e alle principali coordinate metodologiche per lo sviluppo di una narrazione efficace, stabilendo come procedere nelle ulteriori fasi del lavoro. I partecipanti sono stati divisi in gruppi di lavoro. I diversi membri del gruppo sono stati così invitati ad avanzare proposte e a discuterle, coinvolgendo la docente e i propri compagni nel processo di brainstorming e di selezione delle idee, e pianificando gli step successivi.
Una volta approfondite le diverse proposte narrative insieme alla docente, gli studenti hanno dovuto autogestire in piena libertà il processo di scrittura, realizzazione e montaggio del lavoro, confrontandosi fra loro.
Il corso si è concluso con la presentazione dei prodotti audiovisivi finalizzati: i diversi gruppi hanno presentato i risultati del proprio lavoro ai compagni e alla docente. La proiezione dei lavori non ha rappresentato solo la chiusura del progetto, ma è stato anche un importante momento di confronto e condivisione, in cui si è fatto il punto sul lavoro creativo appena terminato e sono state immaginate le destinazioni ideali dei prodotti presentati.
Strumenti narrativi: incanalare le idee
Non è facile comunicare, e in poco tempo, tutti i segreti per riuscire al meglio nell’impresa del Placetelling.
Per invogliare i partecipanti a canalizzare immediatamente le proprie idee e indirizzarle in una selezione autonoma, la strategia didattica ha fatto uso di due concetti-chiave.
Il primo di questi due concetti è la limitazione creativa. Essa consiste nello stabilire, per tutti i gruppi di lavoro, una serie di regole o barriere scelte arbitrariamente, alle quali attenersi per tutto il processo creativo. Come il recinto di un giardino permette alle piante di crescere in modo ordinato senza espandersi fuori controllo, così questa strategia delimita la portata del processo creativo in modo da stimolare un’elaborazione profonda del tema scelto, e al contempo ridurre la dispersione delle idee.
Il secondo concetto è il controllo. Esso stabilisce, all’inizio della scrittura, un’idea portante o un intento comunicativo che accompagna lo sviluppo del prodotto crossmediale, e che nelle intenzioni del gruppo di lavoro costituisce il punto di vista che si intende comunicare nello spettatore.
È, quest’ultimo, un aspetto fondamentale del Placetelling, per la sua vocazione alla valorizzazione dei segreti e dei punti di forza di un luogo o di un territorio. L’individuazione di un punto di vista nuovo significa allenare il proprio sguardo a cogliere aspetti, prima sconosciuti, mai osservati con attenzione: un esercizio di curiosità e di creatività che, condotto con interesse e passione, può trasformare un angolo della strada, un punto d’osservazione inusuale e sperduto, in un sorprendente contenitore di storie.
Conclusioni
Nel corso delle lezioni, gli studenti hanno analizzato la moltitudine di significati che compongono il concetto di “luogo”, inteso come un territorio geografico, lo spazio in cui vive un ricordo o un confine temporale. Ogni gruppo si è poi soffermato su uno solo di questi aspetti, reinterpretandolo nel corpo della narrazione. In breve tempo, i partecipanti hanno realizzato prodotti audiovisivi autentici, in grado di trasmettere una visione personale del tema.